Inizia con questo numero un nuovo corso di Campania Sacra, che non intende creare alcuna cesura con il passato, ma piuttosto valorizzare la sua lunga e prestigiosa tradizione, mettendola al passo con i tempi grazie al potenziamento del sito www.campaniasacra.it come strumento complementare di diffusione dei contenuti della Rivista, realizzato nel rispetto delle regole dettate dalle linee guida per l’accessibilità digitale.
Il sito offre la possibilità di acquistare singolarmente i numeri d’archivio e consente d’ora in avanti la navigazione all’interno della Rivista di alcuni materiali sempre liberamente accessibili (indici e abstract di tutti i contributi pubblicati, accolti nelle sezioni “Studi, Documenti”; “Storie e diritti del Mediterraneo”; “Neapolitanae”; l’intero testo in pdf. dell’editoriale, affidato in questo numero alla penna di F.P. Casavola; le “Novità Editoriali”; le “Pagine Ritrovate”).
La Rivista Campania Sacra rappresenta sin dalla sua fondazione un osservatorio privilegiato sulla storia sociale, religiosa, giuridica e artistica dell’area mediterranea, in cui Napoli e la Campania fungono da naturale cerniera con l’Europa, con un rinnovato impegno ad alimentare il dibattito scientifico anche su temi di più stringente attualità.
L’orizzonte di riferimento è sempre il Sud, che si vuole intendere ora non solo come un’area storico-geografica, quanto piuttosto come una suggestione culturale, un’appartenenza, un’aspirazione, un’identità. A questa riflessione è dedicata in particolare la rubrica “Storie e diritti del Mediterraneo”.
La sezione “Documenti” accoglie informazioni e pubblicazioni riguardanti il patrimonio archivistico delle diocesi, dei musei, delle fondazioni della Campania, intendendo esaltarne la ricchezza.
La rubrica “Neapolitanae” celebra il contributo delle donne di tutte le epoche alla storia e alla cultura meridionali.
Nelle “Novità editoriali” appare un puntuale aggiornamento sulle ultime pubblicazioni pervenute in redazione, alcune delle quali oggetto di specifiche “Recensioni”.
La rubrica in open access “Pagine ritrovate” ripropone infine in copia anastatica alcuni contributi pubblicati nel corso degli ultimi cinquant’anni e non più disponibili, se non consultando il volume cartaceo.

Napoli, 20 luglio 2024
[F.G.]